Mercoledì 18 giugno 2003-“Catellazzo Post” Pag.2

DENTRO GLI SPOGLIATOI
______di Clerici Gualtiero

 IL TORNEO ALLE PORTE

Giocare all’ indomani, seppur dopo qualche ora, di una serata trascorsa a bere, ballare, e senza pensare minimamente a quello che sarebbe stato, non è affatto facile, soprattutto da un punto di vista mentale, prima ancora che fisico. Il tempo per riprendersi in effetti c’era, ma è l’approccio alla gara, le sensazioni che si hanno prima di scendere in campo, a mancare totalmente: in sintesi i giocatori della Thermos non avvertivano quella tensione ed emozione che immancabilmente accompagnano uno sportivo ogni qual volta debba misurarsi con un avversario. Nonostante l’assenza di adrenalina, almeno inizialmente, la squadra ha fatto la sua onesta figura, disputando un’ottima prova, come spesso accade, soprattutto caratterialmente. Ha saputo reagire quando si trattava di farlo, ha persino comandato la partita per alcuni minuti, sino a quando cioè, la disabitudine a giocare contro

gente più forte fisicamente non ha fatto la differenza; che sia chiaro, non è che questo fatto sia stato l’unico a nostro svantaggio, (come del resto non notare la difficoltà nel fermare i portatori di palla?) tuttavia mai prima dell’altra sera, la componente fisica ci aveva così penalizzati. E se la tecnica individuale non riusciva a superare il diretto avversario, in quanto sia Allievi che Pavanello non erano in grado di cambiar passo e seminar terrore, a dire il vero anche la tattica subiva parecchie pecche e perdite di palloni. Il loro pressing a tutto campo, non faceva ragionare chi,dei nostri, doveva impostare l’ azione, con il risultato ovvio e scontato di ricorrere o al dribbling, decisione spesso sanguinosa, o al lancio lungo, che però non raccoglieva i frutti sperati per la sola presenze dello Stammesco Borghetti. Ma nonostante tutti questi contro, abbiamo pur sempre raggiunto un onorevole pareggio

con una squadra dalla limitata coralità, ma dall’indubbio valor dei singoli, protagonisti che certo rivedremo a fine mese nel torneo aresino. Tornando alla Thermos, dei giallo-neri, una volta di più, non si può dire che bene, le circostanze li volevano sconfitti, ma quel momento è rinviato a data da destinarsi; è vero ora sembra essere nato il sintomo del pareggio, trattandosi del secondo di fila, ma chi ha visto entrambe le partite, è se possiede nel  suo bagaglio caratteriale, l’obiettività sa per certo che entrambe le gare le si poteva portare a casa senza patemi, con una maggiore calma e pazienza, nonché fortuna. Ad ogni modo, non è assolutamente questo il momento per rammaricarsi di ciò che avrebbe potuto essere ma non è stato, dopo tutto questi match, sono stati disputati in preparazione dell’ evento di maggior peso e credibilità, il torneo aresino, per l’appunto. Ed oggi a 12 giorni

dall’inizio, mi sento di poter dire che la Thermos c’è, il morale c’è, la condizione fisica c’è, e le 14 partite disputate da gennaio all’altra sera hanno fatto maturare il gruppo, l’hanno fatto crescere e rendere coscienzioso, proprio per questo periodo. Le capacità dei singoli, così come quelle corali, si sono evolute, si è rinfrancata la fiducia, è migliorata l’intesa, siamo più autorevoli ed autoritari sul terreno di gioco, ma soprattutto siamo consapevoli che il tutto dipende solo ed unicamente da noi, e questa a mio avviso è la cosa più importante. Ora ci aspetta una settimana di riposo da un punto di vista agonistico, giusto per ricaricare appieno le batterie mentali, mentre sul piano fisico, ovviamente, si continuerà a lavorare con stressanti  e lunghissime sedute d’allenamento. Ma tutto è dovuto, a breve scatterà il nostro magic moment e dovremo essere bravi a non farcelo scappare.

C.G.

------SEGUE DALLA PRIMA-------

le proprie milizie, che difatti, nonostante qualche inghippo di troppo a Bassora, per il controllo del porto, e a Nassirya, sono giunte a Baghdad, senza troppi relativi intoppi e relativamente in fretta rispetto a quelle che erano le previsione della vigilia. Questo per quanto riguarda la parte sud delle operazione, che tra l’altro poteva contare su numerose portaerei, stazionate a largo del Kuwait. Sul fronte nord invece la situazione era, in un certo senso, più difficoltosa. L’ostracismo da parte di turchi nei confronti dei Kurdi, legava le mani agli Stati Uniti, in quanto gli venne negato loro di volare nel cielo turco. I caccia dell’ aviazione americana, provenienti dall’ Italia o da altre zone del Medio Oriente, bombardavano con insistenza Mosul e Kirkuk, due città tra le più ricche di giacimenti di tutto il paese. La morsa nella quale era stretto l’Iraq portò alla conseguenza più logica: la caduta e relativa presa di Baghdad, la capitale, e la resa del Regime.

Il lavoro svolto da tutti i reparti dell’ esercito americano, in contumacia con quello britannico, avevano ottenuto il oro scopo, soddisfatto il loro target, d’accordo con numerose perdite di vite, mezzi e soldi, ma questo appartiene a tutt’altra questione. Intendiamoci facendo le debite proporzioni, è un po’ quello che nella partita con i Merlons è accaduto,in negativo alla Thermos. Il nostro arsenale, se così si può definire, è provvisto solo di fanteria e per giunta neanche a cavallo, e siamo completamente privi di artiglieria pesante, insomma niente carri armati e cingolati vari. In sostanza le costituzioni dei nostri giocatori sono troppo leggere e per avversari ben più piazzati è un gioco da ragazzi spostarci e fare con comodo quello che ritengono più giusto. E questo fatto, già da me sospettato tempo fa, è uscito con prepotenza e disgusto nella partita giocata contro i Merlons, dove, al di là di meriti tecnico tattici, l’hanno fatta da padroni soprattutto sotto il profilo fisico

Galimberti e Pasqualini sono si due ottimi difensori a uomo, ma se questi è di una stazza a loro superiore, è impensabile che riescano ad arginarli. Situazione opposta invece per Allievi, che data l’altezza, trova molte difficoltà a liberarsi di colossi del genere di Borghetti, e la velocità, purtroppo, non sempre può rivelarsi la contromossa vincente. Così arriviamo a quelli che dovrebbero essere i nostri”pesi massimi”: Marangoni, Pavanello e Scotti. Il primo è senza dubbio colui, che viste anche le capacità tecniche, dovrebbe avvalersi maggiormente delle proprie spalle, ma la mancanza di malizia spesso ne pregiudica l’esito; Pavanello ha si malizia ed esperienza, ma è più un fioretto che una spada, proprio come mentalità di gioco, dove preferisce il dilettevole all’ utile; così non ci rimane che Giorgio, che difatti non fa mistero di giocare duro e sporco qualche volta, appunto proprio perché il fisico e l’attitudine glielo consentono. Ma un giocatore su 7/8 può bastare?

C.G

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