Anno I- N° 19

             Îuro 0,50                                                        Martedi' 18 Novembre 2003

CASTELLAZZO POST

La rivista ufficiale della S.S.Thermos

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LA PARTITA I GIALLO-NERI SUBISCONO GLI AVVERSARI SPUNTANDOLA SOLO NEL FINALE

BRUTTA PARTITA, BRUTTA THERMOS

Il punto di vista

Il gioco latita: si soffre e subisce troppo

Il rientro di Di Bella e Scotti non influisce 

Galimberti in borghese a bordo campo

di Clerici Gualtiero

E’ GIUSTO PARLARE D’ IPOTETICHE POTENZIALITA’

Da tempo si discute, in seno alla Thermos, che la stessa abbia delle potenzialità ancora inespresse. Per amor di Dio tutto può essere, tuttavia questi tanto sperati miglioramenti ancora, e oramai la stagione 2003 è in dirittura d’arrivo, non si sono visti e trovare validi motivi non è così facile. Ciò che alcuni giocatori della Thermos  sostengono per spiegare questa situazione di cattivo gioco, è che alcuni dei protagonisti in campo non farebbero quanto nelle loro corde. Tra gli imputati, e non poteva essere diversamente, vi è anche il capitano Galimberti, reo di non riuscire ad integrare al suo bagaglio tecnico (tra l’altro ridotto!) la capacità d’impostare la manovra, cosa che comporterebbe svariate varianti alla squadra in giallo-nera. Tanto per iniziare toglierebbe il peso di tale incarico ai vari Pavanello o Allievi, darebbe maggior sicurezza alla squadra, e obbligherebbe gli avversari a pressare a tutto campo, stancandosi molto. Perché Paolo non riesca a fare questo è da imputarsi alla completa mancanza di tranquillità, a forse anche di fiducia nei propri mezzi. E se così fosse, difficile poter riaddrizzare ora, di colpo,la situazione. Ma difficile è anche trovare una posizione stabile in campo a Scotti e Di Bella. Il primo si ostina  a dire di essere l’ultimo dietro, un libero vecchio stampo, insomma. La mia impressione, condivisa da altri elementi,  è che Giorgio non abbia ne il passo ne la necessaria cattiveria per ricoprire un ruolo parecchio importante. Intendiamoci, non sto dicendo che Scotti non debba giocare in quella zona del campo, ma che contro determinati avversari non sia il caso di esporlo a brutte figure.

E allora dove trovargli posto? E’ qua che viene il difficile, perché la squadra dacché se ne dica ha un bisogno drammatico di una punta, ma le volte che il nostro 9 è stato schierato come avanti, i risultati sono stati contradditori. In sostanza un rebus dalla complicata soluzione. Maggiormente complicato, se possibile, è il caso Di Bella. A vederlo diresti che abbia tutto per fare il playmaker arretrato, poi dopo un quarto d’ora di partita ti rendi conto che è tatticamente indisciplinato come pochi. Tecnicamente è un giocatore di tutto rispetto, ma tende troppo a seguire la palla e non l’uomo di competenza, compiendo dei patatrac che spesso risultano fatali. Del resto, fa parte della Thermos da poco tempo perciò è lecito attendersi un miglioramento nel rapporto con i compagni,anche se credo che quel suo metodo “selvaggio”  di giocare faccia parte della sua natura e pertanto difficile da perdere. Quello che mi piacerebbe capire, in pratica, è se davvero la Thermos abbia delle potenzialità o sia solo un autoinganno per non disperarci troppo dell’ attuale situazione. Quindi per conoscere i limiti di una macchina come di una squadra, l’unica cosa da fare è portarla al massimo, metterla nelle condizioni, almeno teoriche, di poter esprimere quanto possa. Quello che proverei (si, si, alla Mattia!) a fare io è di disputare una partita con solo cinque elementi, ovviamente non scelti a caso: Clerici, Galimberti, Pasqualini, Allievi e Pavanello. A detta di tutti questi sono i migliori, perciò quello che dico io è che se con questa squadra non si riesce a giocare come vorremmo è inutile fasciarsi la tesa e farci “menate”  quando in campo ci sono le “seconde linee”.  Poi che ogni partita sia una storia a se stante, sono io il primo a dirlo, ma credo che questa mia curiosità debba essere soddisfatta. Con questa non sto certamente dicendo che gli altri membri della Thermos siano da mettere in disparte, di loro ci sarà sempre bisogno (credo infatti che siano stati loro a farci vincere la partita dell’altra sera, in un certo senso) perché sono validi giocatori in primis e perché comunque provano a fare il loro compito che purtroppo non sempre basta. Partite come quella dell’altra sera, secondo il mio modo d’intendere il calcio, non può essere considerata una vittoria, soprattutto morale. Finché i nostro avversari  hanno tenuto dal punto di vista fisico e atletico, noi non abbiamo fatto altro che subire, perdendo quasi tutti i duelli individuali; giravano la palla come volevano, saltano due di noi con una facilità imbarazzante e solo con qualche calcione di troppo (leggi Cristian) si riusciva a contenerli. Ma così non va, per lo meno non a me: io desidero giocarla la partita e non aspettare che venga lei nelle mie mani per demeriti altrui. E se poi giocando bene si perde, pazienza, una bella prova rimane tale anche da sconfitti, senza contare che giocando bene non ne perderai poi così tante. E il nostro campionato di serie A ne è un esempio lampante anche per i più ciechi. 13-10 è un punteggio che da solo può spiegare come siano andate le cose. Quando si segnano così tanti gol da ambo le parti, è chiaro ed evidente che tanto bene non si è giocato. Vi basti sapere che 23 gol totali sono il massimo raggiunto nelle partite della Thermos di quest’anno (torneo incluso), è supera le 20 raggiunte in 3 occasioni. Non solo, ma 10 reti ai giallo-neri le aveva fatte i Di Bello. Ben altra cosa quindi.

                C.G.

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