Anno I- N° 18

             Îuro 0,50                                                        Mercoledi' 12 Novembre 2003

CASTELLAZZO POST

La rivista ufficiale della S.S.Thermos

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LA PARTITA POCHE EMOZIONI E POCHE GIOIE:LA VITTORIA (7-4) ARRIVA CON IL MINIMO SFORZO

SO COSA HAI FATTO, CARA THERMOS

Il punto di vista

I continui cambi, le solite certezze

Il contropiede la nostra unica vera arma

Marangoni ne approfitta: per lui è poker

di Clerici Gualtiero

LA VOGLIA NON BASTA SERVE IL GIOCO

Ci sono partite, nel corso di una stagione, che ti puoi permettere di disputare sottotono, tanta è la diversità dei valori dei singoli giocatori in campo, e quella giocata la settimana scorsa dalla Thermos rientra appieno in questa categoria. Gli ospiti, difatti, pur non essendo malvagi da un punto di vista prettamente tecnico, lasciavano molto a desiderare quando si trattava di organizzazione di gioco, impostazione della manovra e nel complesso di qualsiasi automatismo. A dire il vero persino questo nome pare fuori luogo. Tuttavia gli uomini in giallo-nero, tanto per non smentirsi, hanno trovato modo di complicarsi una partita che tenevano già in mano dopo solo un quarto d’ora (3-0), permettendo agli ospiti di rendersi pericolosi più del dovuto e sicuramente più di quanto loro stessi potessero immaginare. In preda a questa “nevrosi” d’assedio la Thermos non è stata in grado di rispondere come sarebbe stato lecito attendersi. Perlomeno non da subito. I continui cambi, poi non hanno fatto altro che accrescere la confusione sul terreno di gioco e fuori, e farmi affermare che di fatto ci sono le solite certezze: Galimberti in difesa su tutte. Pavanello, più Trapattoni che Totti, per una sera,  è parso quasi sempre estraneo alle azioni più salienti, e solo nella fase difensiva è riuscito a ricavarsi uno spazio davvero utile. Un Allievi fac-totum non è certo il giocatore che può risolverti la partita, per come interpreta lui questo gioco non deve e non può (!) permettersi di spendere troppe energie alla ricerca della palla, perché inevitabilmente ne risente in lucidità e vigore atletico nell’uno contro uno.

Pertanto la sua disposizione tattica dapprima al vertice di sinistra nel classico rombo e solo in un secondo momento come finalizzatore del gioco, mi trova completamente discordante. Alessandro deve avere più campo alle spalle che di fronte. Il discorso invece assume una completa fisionomia se il soggetto è Pasqualini. Più ombroso e nascosto rispetto al solito, si limita a fare il suo, pur perdendo, almeno in apparenza, il feeling con i compagni di reparto. Come poi un destro puro possa giocare come fa lui a sinistra, beh, questo rimane ancora un mistero (almeno per me…).il segreto di Pulcinella della Thermos. Ma tornando più propriamente alla squadra che ai singoli, è questa continua ricerca di schemi e moduli che mi preoccupa. Perché se dopo una stagione passata a fare esperimenti in ogni settore del campo siamo giunti a questi risultati, non c’è altro da fare che mettersi a piangere. D’accordo non sarà certamente questa partita il nostro Testamento, però non è confortante vedere esprimersi una squadra delle potenzialità della Thermos a questi modesti livelli, sicuramente inferiori rispetto a quelli toccati solo qualche mese fa. Di scusanti ed attenuanti ce ne sono e sempre ce ne saranno, si va da una sosta estiva un po’ troppo lunga, che avrebbe fatto perdere smalto e affiatamento, alla continua e incessante corsa in Infermeria, dove a questo punto almeno una volta tutti hanno messo piede.Ultimi in ordine di tempo Di Bella (caviglia, ginocchio… cervello?) e Scotti (schiena). Così nonostante i vari tentativi nostrani e l’esonero di due allenatori bravi e capaci (Marangoni dopo il torneo,e Viganò che occupò il suo posto ad-interim) la Thermos sta per chiudere questo stranissimo 2003 facendo mea-culpa e ammettendo che alla fine della fiera il solo modo di giocare dei castellazzesi è in contropiede. Davvero un raccolto magro dopo una semina faraonica. Questa considerazione deve far riflettere perché se nonostante in squadra ci siano elementi dalle indubbie capacità tecniche, mancano giocatori con una visione calcistica a 360° che possano impostare la manovra anche da dietro, sollevando da tale incarico i soliti noti ogni qual volta. In questo senso mi riferisco a Galimberti e Pasqualini, che seppur bravi anzi bravissimi nel loro quotidiano compito, non riescono a “evolversi” definitivamente e ad essere completi al 100%: il primo per la troppa foga e ansietà propria della sua caratteristica di gioco, il secondo per mancanza di convinzione nei propri mezzi, che ne limita le possibilità. A tutto questo poi dobbiamo aggiungere l’assenza in squadra di un vero centro boa, di un  giocatore che con le sue spalle possa difendere la sfera e fungere da Centro di Smistamento. Marangoni l’incaricato di ricoprire tale ruolo non ne ha le capacità tecniche necessarie e pertanto va messo in condizione di fare quello che è in grado. Come nella partita dell’altra settimana dove Massimo ha siglato 4 reti risultando decisivo nella vittoria per 7 a 4 della Thermos. In questa gara la nostra punta ha fatto molto movimento, non è stato statico e prevedibile come invece troppe volte è successo anche nel recente passato. Forse Marangoni ha trovato una sua propria dimensione. Una partita, a mio modo di vedere, con poche emozioni e poche gioie, dove l’esito finale è stato raggiunto con il minimo sforzo. Durante questa settimana i giallo-neri ritorneranno in campo, dove non solo sperano di ritrovare gli assenti eccellenti già citati in precedenza, ma anche un vero gioco di squadra, basato sul possesso palla, scambi in velocità, triangolazioni e invenzioni. E che il modulo sia un rombo, un triangolo, oppure un esagono, io non ci farei troppo caso; in definitiva quello che conta è la qualità del gioco, e non la sua parte estetica.

                C.G.

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